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DALLA TAVOLA A VELA AI FOIL DI AMERICA’S CUP

Mattia Camboni e la sua nuova carriera di Cyclor

MATTIA CAMBONI | FROM WINDSURF TO THE AMERICA'S CUP FOILS

«Quando avverti che la barca si stacca dall’acqua, senti una scarica di adrenalina; è un’emozione che non riesco a descrivere, puoi comprenderla solo se la vivi». Ex olimpico di Windsurf, Mattia Camboni è oggi parte del Power Team di Luna Rossa Prada Pirelli, con il n.88.

Salito giovanissimo sulla tavola a vela, colleziona immediatamente importanti successi: la vittoria del mondiale U 19; tre medaglie al campionato Europeo (bronzo 2017, oro 2018, argento 2021); oro alla Coppa del Mondo 2019 e ai Giochi del Mediterraneo 2018; argento al test event 2019 sul campo di regata olimpico di Enoshima, fino al doppio argento (Europeo e Mondiale) del 2021. Alle Olimpiadi di Tokyo vede sfumare il podio per una partenza anticipata, ma la fine della carriera olimpica segna l’inizio di una nuova avventura, quella di Cyclor a bordo dell’AC75. Allegro, disponibile, grande appassionato di vela e di mare in generale, si sente privilegiato a far parte del team.

Il suo ingresso in Luna Rossa Prada Pirelli non è stato automatico ed è avvenuto dopo un anno di messa in prova, un periodo che Mattia ha vissuto con grande impegno e determinazione, ritrovando, in questa nuova sfida, lo stimolo della competizione e il gusto dell’adrenalina. «Il modo in cui mi sono sentito accolto mi ha dato grande serenità e mi ha aiutato a superare un anno difficile, facendomi ritrovare il Mattia preolimpiadi. La cosa che più mi è piaciuta del team e che più mi attrae è il senso di famiglia che si respira, la sensazione di essere un grande gruppo che si muove e lavora con lo stesso obiettivo».

Quando si punta a vincere la Coppa America, di cose semplici ce n’è poche, ma di sicuro la pressione psicologica non manca.  «Che si inizi a sentire la pressione, la vivo come una cosa positiva, ne sono quasi dipendente. Ho sempre fatto sport a livello professionale e la notte prima della competizione, quasi non dormi dall’adrenalina che hai in corpo. Ma noi atleti viviamo per questi momenti ed è giusto che sia così».